Attivalamemoria

Ci vuole una dose di fortuna perché un’idea limpida e geniale, come quella di Saverio Tutino di raccogliere la memoria, trasformi radicalmente la fisionomia di un piccolo borgo e diventi occasione di sviluppo. A chi gli chiedeva perché in un luogo così difficile da raggiungere con i mezzi pubblici e così di confine, Saverio rispondeva che solo qui poteva concretizzarsi il suo sogno. Era convinto che la fortuna dell’Archivio fosse Pieve Santo Stefano e che in una grande città la sua creatura sarebbe stata una delle mille iniziative culturali.

Più tardi, quando l’Archivio era già maggiorenne e quando iniziammo a raccogliere anche le testimonianze dei pievani che raccontavano della terribile distruzione del 1944, capimmo, come una folgorazione, quanto questa fortuna era anche di Pieve. Come una forma di risarcimento alle ferite della guerra. Per dirla con Mario Perrotta e il suo “Il paese dei diari”, non fu Saverio Tutino a scegliere Pieve Santo Stefano ma Pieve Santo Stefano a scegliere Saverio Tutino.

La fortuna di questo luogo adesso è la sua comunità. Fatta di diaristi, lettori, un solido staff formato da professionisti della cultura affiancati da molti volontari, visitatori del Piccolo museo del diario, assidui frequentatori del Premio Pieve che ogni anno vengono e tornano per rinnovare il rito di essere qui, presenti, in ascolto. Una comunità che si estende online e segue da lontano, grazie alla rivoluzione digitale, quello che prima poteva avvenire solo in presenza.

La fortuna però ha bisogno di chi la coltiva. Senza enti, aziende e donatori piccoli e grandi l’idea di Saverio non sarebbe mai diventata l’impresa culturale che è, con quello sguardo curioso e proiettato nel futuro che è la più bella eredità che Tutino ci ha lasciato.

In un anno speciale che segna un traguardo così importante, una donazione speciale, che si aggiunge al sostegno storico di chi crede nella memoria, permetterà all’Archivio e a tutti i suoi progetti di spiccare il volo.

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