Campo alla Fiera
venerdì 13 settembre ore 21.45

Via Roma Libera

con Maria Paiato
voce narrante Riccardo Bocci e con la gentile partecipazione di Antonella Attili, Ascanio Celestini, Monica Demuru, Isabella Ragonese, Vanessa Scalera e Sandra Toffolatti
adattamento e regia di Riccardo Massai
testi di Nicola Maranesi
musiche originali eseguite dal vivo di Alessandro D’Alessandro (organetto preparato, elettronica)
con le immagini del cineamatore Adriano Agottani restaurate da Fondazione Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia nel quadro del progetto Archivi Vivi e le fotografie di Luigi Burroni
a cura di Monica D’Onofrio e Lorenzo Pavolini
una produzione di Radio3 in collaborazione con l’Archivio Diaristico Nazionale

prenotazione consigliata, ingresso libero fino a esaurimento posti
foto di Giacomo Brini

Indagare il passato attraverso i manuali di storia è come accomodarsi di fronte a un grande specchio, seduti un po’ di lato, per scrutare attraverso l’immagine riflessa l’insieme degli avvenimenti che si ricompongono alle nostre spalle. Indagare il passato attraverso i diari e le memorie dei singoli individui è diverso. È come se in mezzo a quello specchio arrivasse una sassata e il vetro andasse in frantumi. Le immagini riflesse si scompongono infinite volte, e non è detto che la somma delle singole restituisca l’insieme. Succede così, oggi, a chi osserva la Liberazione di Roma attraverso i diari dell’Archivio di Pieve Santo Stefano. 80 anni dopo Fedora Brcic, Corrado Di Pompeo, Ornella Angeloni, Maria Guarracino, Trieste De Amicis, Matilde Cestelli, Clelia Curti raccontano storie diverse da quella che domina l’immaginario: lì carrarmati che sfilano tra ali di folla festanti, cioccolata e sigarette, baci e abbracci; di là attesa silente, senso di vergogna e umiliazione, rabbia e miseria. Per una sera, grazie alla magia del teatro, le voci di carta dei diaristi di Pieve tornano ad animarsi e a raccontarci una Liberazione di Roma diversa da quella che conosciamo, riunite idealmente in un luogo di fantasia ma che esiste nella realtà: via Roma Libera. Un toponimo scelto non a caso, nel cuore della Trastevere che sarà l’ultima dimora del fondatore dell’Archivio, Saverio Tutino. Un toponimo scelto non a caso perché non richiama la Roma Libera del 1944, bensì quella della Repubblica Romana del 1849, pagina tra le più belle e dimenticate del Risorgimento italiano. Lo scorrere del tempo, gli intervalli regolari, i nomi degli eroi che sbiadiscono sotto ai monumenti, i vuoti di memoria propri di ogni epoca. Tutto ci ammonisce che siamo sulle soglie dell’era della post memoria della Seconda guerra mondiale. Le voci dei testimoni, già molto assottigliate, vanno scomparendo. Ora arriva la parte più difficile.