Caro Francesco,
sono trascorsi 22 anni dall’ultima volta che ci siamo incontrati a Pieve Santo Stefano. Era il 1998: conserviamo un ricordo stupendo della giornata trascorsa insieme e della tua presenza sul palco delle “memorie in piazza”. Insieme a tante fotografie, di quelle scattate a pellicola, a colori e in bianco e nero. I telefoni con la fotocamera non avevano ancora, per poco, fatto irruzione nella vita di tutti i giorni e quegli scatti fanno un certo effetto: sembra che sia trascorso un tempo emotivo e sociale ancor più ampio rispetto a quello raccontato dai calendari. In un’immagine, ci siete tu e Saverio Tutino sul palco che vi venite incontro, per stringervi la mano, con un sorriso bonario. E il fondatore dell’Archivio appare davvero soddisfatto di averti lì, tra i “suoi” diaristi e i “suoi” diari. Sei stato tra i primissimi personaggi di spicco del mondo culturale e artistico ad abbracciare fisicamente, oltre che idealmente, il nostro progetto. Hai testimoniato con la tua presenza la vicinanza a chi, in quel piccolo paesino ai piedi dell’Appennino, si era messo in testa il progetto apparentemente folle, certamente ambizioso, di conservare la memoria popolare dell’Italia contemporanea. Del resto chi meglio di te, che hai dedicato la vita intera ad alimentare quella stessa memoria, con le tue canzoni, le tue poesie, il tuo impegno artistico e sociale. E chi meglio di te, del resto, conosce il tesoro che può nascondersi tra i paesini e la gente che vive sperduta nelle periferie geografiche dell’Italia.
Dopo 22 anni, in questo tempo difficile, ti abbiamo chiesto di tornare a salutarci e a stringerci la mano. Non c’è più Saverio ad animare l’attività dell’Archivio, lo sai, ma intorno a Pieve Santo Stefano si è stretta una comunità intera che ha proseguito sul suo solco e nei suoi valori, e che si ritrova in te, nelle storie che hai raccontato per tutta la vita. Desideriamo rivederti e attribuirti un riconoscimento che nel 1998 ancora non avevamo istituito: il “Premio Città del diario”, un premio simbolico che ogni anno l’Archivio conferisce alle personalità di spicco della cultura, arte, politica italiana che si siano spese in maniera significativa per la conservazione della memoria collettiva. È quello che hai sempre fatto, come artista e come uomo, regalandoci parole che continuano ad accompagnare le nostre giornate, ad arricchirle di significati. Anche in questo tempo difficile.