Quando l’Archivio diaristico di Pieve Santo Stefano e Nanni Moretti si sono incontrati e hanno stretto amicizia il Premio Città del Diario ancora non esisteva. Era il 1989 e da allora di buone ragioni per attribuire questo riconoscimento al regista italiano che più di ogni altro ha saputo intrecciare cinema e autobiografia ce ne sarebbero state molte. Lo spirito del Premio è infatti quello di rendere omaggio a esponenti della cultura che si siano distinti per aver valorizzato il tema della memoria.
Nel caso di Moretti basterebbe ricordare Caro diario, film emblema della traslitterazione cinematografica dell’autobiografia uscito nelle sale nel 1993, e Aprile del 1998. Come dimenticare poi, tra il 2001 e il 2002, l’impegno profuso con la sua Sacher Film, grazie alla quale sono stati realizzati e presentati ai Festival di Venezia e Locarno gli undici film-documentari della collana I diari della Sacher, tratti da altrettante storie di vita affidate a diari e memorie conservati a Pieve. Non abbiamo dubbi: sebbene sia stato istituito solo da sette anni, il Premio Città del Diario Moretti avrebbe meritato di riceverlo da molto tempo. Ma ci sono almeno due buoni motivi che ci hanno indotto ad attribuirglielo oggi. In primo luogo riteniamo che anche Saverio Tutino avrebbe voluto consegnarglielo. In questa che è la ventottesima, ma prima edizione del Premio Pieve che celebriamo senza la presenza fisica del fondatore dell’Archivio, ci siamo sforzati di immaginare a quale tra i numerosi artisti, letterati ed esponenti del mondo della cultura che ha incontrato nel corso della vita avrebbe voluto rendere omaggio. La nostra scelta è caduta su Nanni Moretti perché nutriamo la convinzione, come Saverio gli ha più volte riconosciuto, che nessuno sia stato capace di insistere con altrettanta potenza, limpidezza e costanza del messaggio sull’importanza del valore autobiografico nell’ambito della propria produzione artistica. Inoltre, questo il secondo motivo, vogliamo consegnare a Moretti il premio Città del Diario 2012 anche per festeggiare, seppure con qualche mese di ritardo, il successo del suo ultimo capolavoro cinematografico. Ancora una volta abbiamo potuto apprezzare il messaggio intimamente memorialistico e autobiografico che il regista ha racchiuso in Habemus Papam: dietro a qualunque essere umano, a prescindere dal ruolo che ricopre e dunque persino dietro al Santo Padre, si cela sempre e comunque una persona, con una storia che merita di essere raccontata e che non necessariamente coincide con il profilo pubblico dello scrittore autobiografo. Uno spunto che ci offre anche l’opportunità di formulare una richiesta dalla quale non possiamo esimerci: nel 2002, seduto su questo stesso palco e mentre riceveva dal Sindaco Albano Bragagni la cittadinanza onoraria del comune di Pieve Santo Stefano, Nanni Moretti rivelava a Saverio Tutino di conservare dei diari; aggiungendo che però non glieli avrebbe mai ceduti. Saverio purtroppo ci ha lasciato, ma non abbiamo dubbi su dove avrebbe voluto che venissero custodite le memorie del grande amico regista.