L’edizione 2009 del premio CITTÀ del DIARIO, attribuito dall’Archivio di Pieve Santo Stefano a una personalità del mondo culturale che si sia particolarmente distinta per il suo impegno nella diffusione della memoria, viene consegnato a Francesco De Gregori.
Anche se soltanto oggi, 13 settembre 2009, Francesco e Pieve si incontrano per la prima volta, a ben guardare è da tanti anni che si conoscono e lavorano e, nonostante i differenti campi di intervento e i linguaggi, il loro rispettivo lavoro presenta molte affinità Pieve raccoglie storie, da venticinque anni. Francesco racconta storie, da quasi quarant’anni. E le racconta con una sensibilità unica, con una originalità, letteraria e musicale, che ne hanno fatto uno degli autori e dei cantanti più apprezzati e amati. Lo stretto legame tra canzoni e memoria, tra canzoni e Storia è un filo rosso nell’ampia produzione di Francesco.
La memoria scorre nei versi di Francesco e la musica ne sottolinea i momenti che ci richiama ed è forse per questo che ognuno di noi ha, almeno una volta, cantato un verso di Pablo, Buffalo Bill, Generale, Viva l’Italia, Titanic, La leva calcistica della classe 1968, La storia, Scacchi e tarocchi, Il cuoco di Salò.
In queste canzoni (ma tante altre ne dovremmo citare) si richiama la memoria, la Storia, una storia a tutto tondo, una storia non solo dei grandi eventi, ma nella quale ci sentiamo rappresentati tutti, uomini e donne, ci sono i soggetti nella loro pluralità, nella loro dimensione esistenziale.
Sono quegli stessi soggetti che popolano da venticinque anni le stanze dell’Archivio per cui quanti dei nostri numerosi diari sull’emigrazione vengono evocati dai versi de L’abbigliamento di un fuochista, dal saluto di una madre al figlio che sta partendo su una nave verso il nuovo mondo
Figlio, con quali occhi
con quali occhi ti devo vedere
coi pantaloni consumati al sedere
e queste scarpe nuove nuove
figlio senza domani
con questo sguardo di animale in fuga
e queste lacrime sul bagnasciuga
che non ne vogliono sapere
figlio con un piede ancora in terra
e l’altro già nel mare
con una giacchetta per coprirti
ed un berretto per salutare…
Un altro aspetto che non va trascurato nella produzione di Francesco De Gregori è l’impegno civile. E che è un altro motivo che lo collega all’Archivio di Pieve. Anche per questo abbiamo deciso di dare il titolo alla nostra 25° edizione prendendo un verso di una delle più belle canzoni di Francesco. D’altra parte quando si canta
La storia siamo noi, nessuno si senta offeso;
siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo.
La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso.
[…] La storia siamo noi,
siamo noi che scriviamo le lettere
non è eccessiva presunzione a pensare che questi versi si riferiscono anche ai nostri 6.000 diaristi.
Nel settembre 1985, in questa piazza, si svolgeva la prima edizione del Premio Pieve. In quello stesso anno, 1985, usciva un long playing, Scacchi e tarocchi, la cui prima canzone era La storia.
La storia (siamo noi) e il Premio Pieve hanno la stessa età, e possiamo dire che se la portano bene.
Di questa coincidenza e dell’essere qui fra di noi a ricevere il Premio Città del Diario ringraziamo Francesco De Gregori.