La passione per la storia, la scelta del metodo giornalistico come schema privilegiato di indagine e racconto, l’attenzione sempre rivolta ai veri protagonisti dell’età contemporanea: gli uomini, le donne, le “masse” che hanno animato, spesso subito, le grandi guerre e le ondate migratorie, le metamorfosi della politica, i progressi e i rovesci della società e dell’economia.
Muovendo da questo patrimonio di valori condivisi, l’Archivio attribuisce a Ezio Mauro il Premio Città del diario 2023, il riconoscimento rivolto alle personalità del panorama culturale che più si distinguono per il loro lavoro sulla memoria.
Nell’anno del centenario dalla nascita del fondatore dell’Archivio, Saverio Tutino, la presenza di Mauro a Pieve Santo Stefano riveste un alto valore simbolico, rintracciabile nella radice che accomuna l’esperienza del “vivaio della memoria” e quella de “la Repubblica”, il quotidiano che dal 1976 annovera Tutino come inviato speciale quale esperto di politica internazionale, e che successivamente Mauro dirigerà per ben vent’anni, dal 1996 al 2016. Quella radice comune è la persona: il lettore, il diarista, sono posti al centro di progetti culturali che richiedono reciprocità, che chiedono loro di esprimersi, di diventare protagonisti della storia e del presente, di costruire una comunità identitaria. Una comunità che, per utilizzare le parole di Mauro, non si fonda sul “con chi stai” ma sul “chi sei”.
Dopo aver lasciato il timone di Repubblica, Mauro ha trasferito questi stessi valori in prestigiosi progetti editoriali e documentaristici, raccontando alcune tra le pagine più importanti e controverse del Novecento: dall’avvento alla caduta del Fascismo in Italia alla rivoluzione in Russia, alla caduta del Muro di Berlino, anche attingendo alle fonti diaristiche per completare l’affresco della grande storia con un punto di vista ormai divenuto imprescindibile, quello delle persone comuni.