C’è una generazione di giornalisti che l’andamento delle “cose” sta forgiando, con prove di fuoco. Oltre due anni di pandemia, con gli ospedali in perenne emergenza e i lockdown nazionali, seguiti da una guerra gigantesca alle porte dell’Europa, città assediate e rase al suolo, migliaia di vittime civili, flussi inimmaginabili di profughi e venti di carestie che soffiano sempre più potenti. Elena Testi fa parte di quella generazione, ha raccontato giorno per giorno e spiegato a milioni di italiani, attraverso i suoi servizi sul canale televisivo La7, quello che fino al giorno prima era inspiegabile e inimmaginabile. Con uno stile cronachistico e diretto, teso a informare e far comprendere, lontano da ogni forma di sensazionalismo e di superfluo compiacimento. Elena viene dal giornalismo della carta stampata, e in un’intervista ha dichiarato: “Io ho un’esigenza fisica per la scrittura: se non scrivo sto male, così come se non faccio l’inviata”. Chiunque abbia conosciuto il fondatore dell’Archivio dei diari, il giornalista Saverio Tutino, può testimoniare che viveva della stessa esigenza, e agiva di conseguenza, fino a immaginare di fondare un Archivio che potesse raccogliere tutte le scritture nate dalle esigenze di ogni giorno, le più diverse, degli italiani. È una ragione in più per assegnare ad Elena l’edizione 2022 del premio “Tutino Giornalista”: quella esigenza l’abbiamo percepita anche nei suoi servizi, dalle corsie dell’ospedale di Bergamo o da Codogno, fino al fronte dell’Ucraina. La cura dei contenuti, la scelta delle parole, la piacevolezza di una narrazione capace non solo di accompagnare in modo puntuale il racconto per immagini, ma di arricchirlo e superarlo, offrendo allo spettatore attento elementi di riflessione e scoperta, come solo una giornalista sensibile e competente riesce a fare.